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24 e 25 marzo: diario personale di due giornate speciali



Sono stati due giorni strani prima ancora che belli.

È stato strano vedere per le vie gruppi di persone con cartine in mano (turisti a Cusano ?!), così come è stato strano vedere aperte delle case (Villa Bassetti) che da sempre sono abituato a vedere chiuse e un po' inaccessibili. È stato strano entrare a Palazzo Omodei , che ho sempre considerato come un eterno " lavori in corso" e trovarci affreschi mozzafiato.

Sono stati due giorni strani.

Poi, sono stati anche due giorni belli, belli perché vivi. Trovare aperte le porte di un palazzo o di una villa ha soddisfatto curiosità, senso estetico, voglia di sapere; ma i due giorni del FAI sono stati soprattutto due giorni di incontri con le persone.

È stato impagabile, sul cancello di Villa Bottini, davanti al quale sarò passato centinaia di volte, incontrare e conoscere e conversare con Samuel e Shakè, godere della loro ospitalità sincera e un po' d'altri tempi.

È stato bello essere fermato per strada da una coppia, mappa alla mano, per avere indicazioni su come raggiungere Villa Eigenmann e poterli aiutare con la sicurezza di chi si sente a casa e a proprio agio e fortunato.

È stato bello incontrare i volontari che, per ore, hanno guidato torme di visitatori senza che mai dessero l'impressione di recitare a memoria perché in ogni visita c'era, anche per loro, una scoperta.

È stato per me sorprendente scoprirmi orgoglioso della mia cittadina che, d'ora in poi, non riuscirò più a dare per scontata o ignorare. Perché sono stati soprattutto due giorni in cui ho imparato che, in questo mondo, la bellezza è a portata di mano.

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