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Commentando il fallimento dell’asta con cui il Ministero della Guerra voleva cedere la Piazza d’Armi per la realizzazione di un grande progetto residenziale (fallimento dovuto al prezzo minimo richiesto troppo alto), Buffoli anticipa le idee base del suo “sogno” che di lì a poco riuscirà ad avviare con l’Unione Cooperativa. La scarsità di abitazioni a Milano è un problema scottante ormai da tempo. L’Ente che si sta costituendo è però orientato solo ai bisogni della classe operaia, mentre vi sono anche “le famiglie che pur avendo un reddito maggiore, godono di un benessere più apparente che reale, famiglie che, come quelle degli impiegati, professionisti ed esercenti, desiderano spendere per l’istruzione e l’educazione ma poi non riescono a trovar soccorso negli istituti di beneficienza il giorno della sventura”. L’acquisto della Piazza d’Armi da parte di una Associazione per costruirvi un grande quartiere fermerebbe la speculazione sulle aree, una delle cause della crescita degli affitti. Essa dovrà essere “anonima nella forma” in modo che possa attrarre anche i capitali degli investitori, ma “la sostanza dovrebbe essere cooperativa, nel senso che al capitale si fissi un massimo di interesse e agli affitti un prezzo stabile e tale da costituire un calmiere pratico”. Le facilitazioni offerte dalla legge del 1903 sulle case popolari ed economiche si traducono in un risparmio risibile sugli affitti. Buffoli calcola un 1,20% l’anno, quindi una legge reclame di scarsa efficacia. Favorire davvero lo sviluppo dell’edilizia popolare può essere benefico anche per lo Stato, visto quanto incasserebbe in seguito con la tassa sui fabbricati. Circa il problema dei danni derivanti dal vandalismo degli inquilini (tema caldo in quel periodo visto che “la classe operaia non é sufficientemente rispettosa della roba altrui”), Buffoli sottolinea che la causa è la scarsa qualità degli edifici realizzati. Danni infatti non si verificano se non in misura del tutto marginale, ad esempio, nel quartiere S. Fermo, nei quartieri dell’Umanitaria e nell’albergo Popolare, dove la qualità è decisamente migliore rispetto a quella delle iniziative private, pur con affitti appena di poco superiori.

Il Nostro Giornale

138

Feb 1907

Luigi Buffoli

Progetto Sognato - La vendita di Piazza d'Armi

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