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Formulando un bilancio dell’ultimo anno di attività dell’impresa del “Milanino, questa ultima nata tra le tante belle e feconde iniziative di cui L’Unione Cooperativa si gloria”, l’articolo sottolinea come, un anno fa, il territorio destinato al Milanino era “una vasta distesa di campi coltivati, sui quali incombeva la solennità tranquilla della madre terra, intenta al suo secolare lavoro di produzione, ispiratrice dei poeti cantori di georgiche e di idilli pastorali”. Il contadino, dopo aver saputo che “i terreni erano stati comprati da un gran signore ricco, a milioni” assiste, incredulo e rassegnato, “ad una rapida e vasta trasformazione di cose, una conquista così violenta del suo secolare regno da quella grande città lontana che fino ad allora non era arrivata a turbare la sua pacifica esistenza”. La città “tumultuosa e congestionata” viene a chiedere “alla campagna la pace e la salute”.

Dopo un lungo lavoro di preparazione del piano regolatore, degli statuti, dei regolamenti, dei contratti, in modo da assicurare “la rispondenza ai più moderni principi di decoro e di igiene”, il Consiglio “lanciò l’appello ai soci ed alla cittadinanza tutta, invocandone il potente ed indispensabile aiuto… [i nostri soci] risposero con entusiasmo: a centinaia impiegati, professionisti, negozianti accorsero al piccolo ufficio del Milanino per esaminare i progetti”. Da maggio fino ad ora, quasi tutti i lotti della prima zona sono stati venduti ad “amici della nostra Società … [che] avevano ben compreso il valore altissimo, sia nei riguardi sociali che igienici, dell’iniziativa assunta … [assicurandosi così] il modo di dare alla propria famiglia un nido lieto e tranquillo, dove i propri figli sarebbero cresciuti floridi e felici”.

Non appena la stagione propizia lo permise, si cominciarono i lavori in luogo; alla pace serena dei campi, si sostituì il tumultuare febbrile e rumoroso delle opere; squadre numerose di operai succedettero ai lavoratori dei campi; si impiantarono macchine, si scavarono cave, si stesero binari per il trasporto dei materiali e, mentre si tracciavano e sistemavamo le strade e si determinava la situazione dei giardini, dai campi isteriliti cominciarono a sorgere palizzate e cantieri e le prime casette”. La Cooperativa Inquilini sta realizzando il suo primo quartiere: “le sue case sono già ultimate al rustico e saranno compiute non dopo la metà dell’anno prossimo”. Si è provveduto anche ai servizi: i grossi tubi in cemento della fogna sono già in produzione presso un cantiere sul posto e saranno messi in opera nei primi messi dell’anno prossimo; per l’acqua potabile il progetto è completato ed i lavori sono iniziati, per la fornitura del gas e della luce elettrica le pratiche burocratiche sono a buon punto. Gli Ingg Bellani e Benazzoli hanno preparato “un progetto di ferrovia elevata che dovrebbe risolvere nel modo migliore il problema certamente capitale del trasporto rapido ed economico tra Milano e Milanino. L’Unione Cooperativa non ha esitato ad appoggiare lo sforzo di questi giovani e valenti tecnici ed ha già presentato al Comune di Milano la domanda di concessione per la penetrazione in città”.

Il cammino percorso in questo primo anno di vita attiva è stato lungo; quello che un anno fa poteva ancora sembrare un sogno, ha ormai cominciato a divenire realtà; molto certamente ci rimane da fare, infinite sono le difficoltà, aspri gli ostacoli che si dovranno ancora superare prima che l’idea geniale possa dirsi attuata, ma troppa è la nostra fede nella bontà di essa, nella forza della solidarietà che si concentra nella società nostra e nelle feconde energie della nostra città, perché possiamo disperare della riuscita”.

l'Idea Cooperativa

202

25 Dic 1910

Mario Cattaneo

Milanino. Ricapitolando

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