Al Congresso di Vienna sulle Abitazioni Popolari “francesi, italiani e tedeschi furono unanimi nell’ammettere che il tipo ideale dell’abitazione umana è la piccola casa solata col suo giardinetto”. Hawey Aldridge, a capo della nutrita delegazione di congressisti inglesi dedicò a questo tema la sua relazione “encomiabile monumento di profonda convinzione e paziente indagine”. La grande casa diventa “un misero ricovero e non già quel luogo di dolce riposo, quel santuario domestico, che l’abitazione dovrebbe essere”. Essa è in proporzione più costosa, meno salubre e “molto meno della piccola casa atta a favorire lo svolgersi della vita famigliare”. Ovviamente il congresso inneggia alle Città Giardino inglesi, “l’attuazione pratica più perfetta del principio della casa piccola”.
Nella sua relazione l’Ing. Ferrini, autore del piano urbanistico del Milanino, illustra una serie di misure necessarie affinché anche in Italia per le case popolari il sistema delle casette, già preferibile dal punto di vista igienico, morale e sociale, lo diventi anche dal punto di vista economico. Dovranno contribuire lo studio di piani adeguati, l’investimento da parte dello stato e dei comuni in mezzi di trasporto rapidi e moderni, lo sviluppo di tecnologie di costruzione appropriate.
Seguono ampi dettagli sulla relazione di Ferrini.