Nell'imminenza del referendum comunale sull'istituzione di un ente municipale per la costruzione di case popolari, in una lettera al giornale, Buffoli dichiara il suo voto favorevole. La questione era rovente per il significato politico che ad essa davano i socialisti e per le recenti polemiche sul fallimento del panificio municipale di Catania che Buffoli aveva spesso contestato come esempio della mala gestione pubblica, pericolo paventato dai liberali e moderati anche in tema di edilizia pubblica. Buffoli respinge innanzi tutto l’accusa che gli è stata pubblicamente rivolta di essere nemico della municipalizzazione. E’ invece favorevole anche se è convinto che il pubblico amministra meno bene del privato. E’ favorevole perché il bisogno di più case e di case dignitose è così grande, che ogni iniziativa deve essere favorita. Il mercato immobiliare è in crescita così rapida che non sarebbe difficile per il Comune ricavare risorse per “ridurre di molto le tasse o compiere buone opere”. Però crede che la strada più efficace sia quella che prevede la costruzione da parte di privati e cooperative su terreni che il comune acquista e cede in uso dopo le opere di urbanizzazione (acqua, fogna, strade e linee tramviarie).