Congresso a Liverpool sui piani regolatori. (Town Planning Congress, organizzato dal Housing Reform Council, Port Sunlight - Liverpool, agosto 1909). Relazione a firma dell’avv. Mario Cattaneo.
In Inghilterra il movimento di idee e di proposte circa i piani regolatori è fin dall'inizio intimamente legato al problema del miglioramento delle abitazioni delle classi povere. Il recente progetto di legge per i piani regolatori è infatti presentato come variante della legge per le case popolari, The Housing of the Working Class Act. Interessante la definizione di piano regolatore dichiarata fin dall'inizio dei lavori dal presidente del Congresso: “esso non deve consistere soltanto in un sistema di linee più o meno tecnicamente perfetto, lungo le quali debba svolgersi la fabbricazione, onde assicurare il procedere ordinato e in accordo con le esigenze della viabilità, ma bensì un insieme di norme regolamentari che contengano ed applichino tutti quei principi artistici, morali e sociali che soli possono assicurare alla popolazione, e specialmente alle classi povere, condizioni più convenienti di vita”. Un passaggio di un intervento: “colle norme regolatrici dell’estendersi della città si deve innanzitutto mirare a consentire alla parte più numerosa della popolazione di trovare dimore sane, economiche e modestamente decorose. E’ dovere dei governi, delle municipalità, degli enti pubblici e di quanti godono di autorità e di poteri in questo campo, di dare a quei cittadini che, in proporzione al proprio reddito, sopportano la più gran parte degli oneri dello stato, la possibilità di procurarsi una dimora dove la vita della famiglia si svolga tranquilla e lontana dalle malattie e dal vizio”.
Uno degli elementi essenziali di qualsiasi piano regolatore deve essere “la limitazione del numero di abitazioni in relazione all'area, in modo da favorire il mantenersi ed il diffondersi della casa piccola con giardino”. Sulla base degli ottimi risultati già dimostrati in pratica da quanto già realizzato in Inghilterra (Southport, la città villeggiatura dell’Inghilterra centrale, Earswick, Port Sunlight, Bourneville, il villaggio minerario di Woodlands, la città giardino di Letchworth, i sobborghi giardino di Hampstead e di Ealing), tale rapporto si può determinare in non più di 12 abitazioni per acro (4000 mq), cioè circa 80 mq di area per locale. Da evitare assolutamente l’esempio negativo della Germania, che con l’imporre larghezze elevate anche per strade di basso transito (trenta, quaranta, cinquanta metri) di fatto ha bloccato l’azione dei comuni tesa a rendere fabbricabili nuove aree a causa del costo eccessivo, ha fatto crescere all'inverosimile il valore delle aree lungo le strade aperte e di conseguenza ha favorito l’erezione di grandi caseggiati. Altri interventi sottolineano come la norma di un basso rapporto edificato/superficie possa essere difficilmente attuata dai municipi per evidenti ragioni politiche (scontenterebbe troppi elettori) mentre può essere efficacemente praticata da società private che possono mantenere vaste aree in capo ad un’unica proprietà e realizzare un unico progetto. Questo è quello che è successo in tutti gli esempi inglesi citati sopra (con la sola eccezione di Port Sunlight, caso difficilmente ripetibile di un’intesa tra tutti i proprietari) e quello che sta succedendo per il Milanino, il cui progetto prevede ben 85 mq. di area per locale ed il rispetto di tutte le prescrizioni tecniche dei villaggi inglesi, “sicché non ci si potrà accusare di ottimismo se noi esprimiamo la piena fiducia che quegli stessi risultati fisici, morali ed economici che si ottengono in Inghilterra, saranno da noi pure ottenuti”.