Il giornale esce in ritardo con una nuova veste grafica: è il primo numero stampato nella tipografia dell’Unione Cooperativa.
La recente modifica (del 02.01.1908) della legge del maggio 1903 sulle case popolari estende una serie di benefici a Società o Enti che abbiano lo scopo di costruire case popolari od economiche e sembra offrire vantaggi anche “alla classe formata dagli impiegati, insegnanti, professionisti, piccoli industriali, piccoli commercianti ed affini”. Maggiori esenzioni fiscali, possibilità di sottoscrivere azioni fino all’importo di L. 10.000 e non solo 5.000 com’era prima, possibilità di una remunerazione del capitale fino al 5%, altri vantaggi a favore delle Cooperative. Il progetto di costituire una società anonima per il Milanino è quindi per il momento sospeso, in attesa di essere rivisto, non appena sarà disponibile il regolamento di attuazione della nuova legge.
Torna più che mai di attualità l’idea che Luzzatti (promotore della legge nel 1903) illustrò presentando in aula il provvedimento: “Quando si parla di case popolari, qualche collega mi ha sussurrato nell’orecchio: e chi è il popolo? Qual è il popolo a cui provvederete? A questa domanda desidero dare una risposta molto chiara: popolo per noi, perciò diciamo case popolari e non operaie, sono i proletari i quali vivono di magri salari in quartieri luridi e in tetre mura che si devono trasformare, risanare, abbattere; ma è popolo per noi anche l’artigiano indipendente che sta poco meglio di questi suoi infelici compagni. È popolo i piccoli coloni, i piccoli proprietari rurali, i piccoli fabbricanti, è popolo l’infelice impiegato civile, l’infelice funzionario delle pubbliche amministrazioni. Ed è popolo l’operaio del pensiero che fatica più volte assai peggio di quello che del proprio lavoro vive, comincia col maestro di scuola per passare all’insegnante mal retribuito delle scuole secondarie di primo e di secondo grado e finisce anche in regioni più alte, allo scrittore di giornali, a tante altre miserie intellettuali che noi qui conosciamo. Ora qui voi avete diverse gradazioni di infelicità e il progetto di legge che vi presentiamo non è sistematico, non imprigiona in una sola forma la costruzione delle case popolari, appunto perché vuoi tenere conto di tutte queste sfumature di dolori e di bisogni, adotta tutti i metodi diversi idonei a redimere tante varietà di umili e di sofferenti”.
Intanto il Consiglio dell’Unione Cooperativa ha deliberato di procedere alla scelta del terreno dove far sorgere il villaggio-giardino: circa un milione di mq, al prezzo minimo possibile, cioè meno di una lira al mq, in una località alla quale Milano sia collegata con frequenti e sollecite comunicazioni. “Si gradiranno nuove offerte in proposito, e chi già ne fece è pregato di confermarle, dettagliandole quanto più possibile in iscritto, con piante e dati riguardanti le condizioni”. E’ aperta ufficialmente la gara!