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Con una lettera l’Ing. Cesare Beruto, già responsabile dell’Ufficio Tecnico Municipale ed estensore del piano regolatore di Milano (nel 1885), aderisce alla Società per il Milanino. Egli plaude all’iniziativa del Buffoli e cita l’esempio di Londra che ha scelto uno sviluppo della città che salvaguardasse il verde ed i giardini. “La vecchia Milano va sacrificando spazi e verde con furia deplorevole. Si fabbrica ogni spazio libero; si fabbrica, per così dire, sulle piante! Da ultimo, per spingere alla fabbricazione, si tassano i terreni edificabili. Londra, a suo tempo, provvide diversamente.”  

Il Beruto riporta quindi la traduzione di un decreto emesso dalla regina Elisabetta nel 1602 che, per ovviare all'eccessivo affollamento del centro con tutti i problemi igienici e di sicurezza conseguenti, vietava ogni nuova costruzione nel raggio di tre miglia dalla città, vietava il frazionamento di abitazioni in piccoli alloggi, sfrattava gli inquilini di alloggi frazionati negli ultimi anni, ordinava la demolizione di tutte le botteghe e magazzini costruiti negli ultimi sette anni, impediva la vendita o l’affitto di tutte le case costruite negli ultimi sette anni e non ancora occupate, ordinava la demolizione di tutte le case al momento in costruzione. Un po’ brutale, commenta il Beruto, però oggi Londra, forse la città più popolosa del mondo, è quella che vanta il minor indice di affollamento. Termina infine promettendo di sottoscrivere in futuro altre azioni della nuova società ”in proporzione a quanti più chilometri Milanino disterà dalla circonvallazione”.

Il Nostro Giornale

148

Dic 1907

L'Ing. Beruto per Milanino

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